Charles de Foucauld
Dalle lettere e meditazioni
[Si consiglia di vedere prima “Generalità” di questa sezione]
10. Tempi di guerra
A una Clarissa di Nazareth 1 – 15 settembre 1914
Reverendissima Madre, ho ricevuto, a brevissimo intervallo, le ostie e la notizia della partenza per la Patria di Suor St. Gabriel de l’Annonciation.
…Grazie con tutto il cuore delle ostie e delle immagini pie. Penso di averle già scritto che ho ricevuto la vita di Suor Teresa del Bambino Gesù2; non so dirle quanto le sono riconoscente.
Rispondo alle sue domande. Non sono ammalato, ma estremamente occupato; inoltre i corrieri sono rari. I Tuareg che mi circondano sono sempre più affettuosi e fiduciosi, ma sono sempre solo. Non ho bisogno di niente; le ostie che avete la grande carità di mandarmi mi sono di grande aiuto, ma a parte questo non ho bisogno di niente. Il mio nuovo prefetto apostolico (che comincia ad essere vecchio: 4 anni) è estremamente buono.
…Abbiamo appena avuto la notizia della guerra3: non ne sappiamo che un’eco…, è che dall’inizio d’agosto esiste la guerra tra la Francia, l’Inghilterra, la Russia, il Belgio, la Serbia e il Montenegro da una parte e la Germania e l’Austria dall’altra. Lei sente come la mia preghiera è al fronte. Quante anime appaiono bruscamente davanti a Dio e forse così poco preparate! Da questa guerra, da cui l’Europa uscirà indipendente o assoggettata ai Tedeschi, la Francia può uscirne sollevata o ridotta per dei secoli a un profondo abbassamento. Dio protegga la Francia! Abbia pietà di tante anime. Faccia venire il bene da un così grande male.
So che lei, le mie venerate Suore ed io, siamo uniti in una stessa preghiera per la Francia, per le anime e per l’avvento del Regno di GESÙ. Si degni credermi sempre il suo umilissimo e riconoscente servo religiosamente devoto nel CUORE dell’amatissimo GESÙ – Fr. Ch. di Gesù 4.
[Il 24 ottobre 1914 Charles aggiunge un foglietto al suo Testamento, ripetendo: “Voglio essere seppellito nel luogo dove morrò; sepoltura molto semplice, senza cassa; tomba molto semplice, senza monumento, sormontata da una croce di legno”5. Le sue volontà non verranno, in realtà, rispettate.]
Alla cugina Marie de Bondy – Tamanrasset, 24 novembre 1914
In un elenco di morti sul campo dall’Echo de Paris conto fino a questo momento dieci amici, per la maggior parte africani6, alcuni dei quali mi erano molto cari. Qui il paese è calmissimo… Credo che non uscirà da questa calma profonda, tanto più che le occupazioni non mancano. Oltre al lavoro abituale, bisogna difendersi – e non senza fatica – dalla fame. Sono cinque anni che non piove! Sono morti i quattro quinti delle capre e delle pecore, e la metà dei cammelli. Le capre rimaste sono senza latte, e i cammelli sono così magri e deboli che non sono tanto in grado di andare in carovana. In settembre o ottobre si sono avuti quattro a cinque passaggi di cavallette, che hanno distrutto il raccolto autunnale, e le poche piante che rimanevano.
…Ho scritto a Laperrine – che sta in prima linea e vede le cose da vicino, che è saggio e dà buoni consigli – per chiedergli se, nel caso in cui l’Ahaggar e l’Algeria restassero nella perfetta calma, non farei meglio ad andare in Francia per cercare di servire, fino alla pace, come cappellano portaferiti o altro 7…
Al compagno di Liceo – Tamanrasset, 25 novembre 1914
Mio buon Gabriel, quanto perso a te dopo l’inizio della guerra! Quanto ho pensato a te quando ho saputo dei combattimenti a Saint-Dié8, la conquista, la riconquista della città. Sono preoccupato per te, preoccupato per tuo fratello, preoccupato per tuo nipote che è probabilmente in prima linea.
Per favore, dammi tue notizie… basta una riga… il resto ce lo diremo, quando ci vedremo, dopo la vittoria… Se, come spero fermamente, saremo vincitori, andremo insieme, non è vero, a rivedere Strasburgo ridivenuta francese? Conto su di te per questo pellegrinaggio9.
Resto qui fino a nuovo ordine, credendo di esservi più utile che altrove. Se la pace si farà questa primavera, verrò probabilmente in Francia quest’estate. Se la guerra si prolungherà, non so; cercherò di fare del mio meglio secondo le circostanze.
Buon Natale, buon anno, numerosi buoni anni e il cielo! Sarò con te la notte di Natale e il 1° gennaio. Trasmetti i miei auguri di buon anno a Joseph e a tua sorella. Ti abbraccio con tutto il cuore come ti amo: fr. Ch. de Foucauld 10.
A Louis Massignon – 12 dicembre 1914
…Ecco molti dei nostri soggetti, dei nostri musulmani in Francia. Molti versano il loro sangue con noi e per noi. Preghiamo per loro, facciamo tutto quello che può essere utile alle loro anime: siamo buoni per loro, facciamoci amare da loro… Lo stesso per gli Indiani… Mentre sono da noi, facciamo per loro tutto quello che è possibile: le loro anime approfittino del loro passaggio in mezzo a noi.
Siamo fedeli al dovere quotidiano e Dio ci farà fare per lui del lavoro sempre più fruttuoso. Conto davvero su di lei per aiutarmi, fatta la pace, a portare le anime, in Francia e in Belgio, ad occuparsi della conversione dei nostri soggetti che donano il sangue per noi e delle anime di cui Dio ci fa carico.
Penso di restare qui fino alla pace perché vi sono più utile che altrove e dopo la pace di venire a passare diversi mesi, quanti saranno necessari, in Francia per stabilirvi definitivamente la nostra unione, con grandi semplificazioni nell’organizzazione – niente di cambiato in fondo – e come le ho scritto un bollettino che sarà il collegamento tra i fratelli e le sorelle.
Mi dia spesso notizie. Basta un rigo. E mi dia sempre il suo indirizzo. Spero che in Francia e in Belgio, tutti i suoi vadano bene.
Prego per tutti i suoi amici uccisi, feriti, prigionieri, per quelli che combattono e per quelli che sono a casa nell’angoscia.
I miei sono tutti salvi, così come i miei amici molto intimi, ma quanti altri anche molto amati, sono fra gli uccisi. Temo che abbiamo perduto per questa terra uno dei più santi tra i fratelli del S. Cuore di Gesù11, il Capitano P. Leroy, del 13° Reggimento d’Artiglieria. Sono senza notizie di lui dalla fine di settembre e un nome simile al suo, ma senza indicazione di Reggimento né d’arma è fra gli uccisi12; sono molto inquieto per lui; l’amo teneramente; è un’anima ammirevole. Preghi per lui.
L’amo con tutto il cuore nel CUORE di GESÙ. Rispettosi omaggi alla Signora Massignon. – Ch. de Foucauld13.
A Louis Massignon –Tamanrasset, 3 febbraio 1915
Carissimo fratello in GESÙ, grazie della sua lettera di Natale… GESÙ la guardi! Le faccia fare, in qualunque luogo permetta che vada, in qualunque ambiente permetta che la gettino, il bene che vuole da lei… Dappertutto e sempre, Egli le faccia santificare sé stesso e santificare gli altri, glorificare il Suo Nome, far venire il Suo Regno in lei e negli altri, fare la Sua Volontà e portare gli altri a farla… Il nostro fine è di amare Dio e servirLo, e con questo giungere in cielo: è là la nostra parte: noi possiamo e dobbiamo adempierla dappertutto: il resto appartiene a Dio: sta a Lui dirigere il fiocco di schiuma che siamo in cima a questa o a quell’onda, in alto o in basso… lasciamoci portare dalla Sua dolce Mano: anche nell’abisso del dolore, siamo nella mano dell’Amatissimo, dell’Amatissimo infinitamente amante e infinitamente perfetto “caritate perpetua dilexi te, miserans”14.
Prego per lei, per la Signora Massignon, per il bimbo atteso; prego perché lei e tutti gli esseri cari della sua famiglia glorifichino Dio il più possibile.
Resto qui fino alla pace. Alla pace, a Dio piacendo, andrò in Francia con l’ardente desiderio di preparare l’organizzazione della nostra confraternita e la redazione del bollettino in maniera tale da potere, quando le cose avranno più o meno ripreso in Francia il loro funzionamento normale, fare tutti gli sforzi per diffonderla – sforzi per la conversione dei 50 milioni di infedeli delle nostre colonie d’intensità pari allo scopo da raggiungere sono un dovere per i cattolici di Francia: se c’è qualcosa che poteva rendere questo dovere più pressante e metterlo più in luce, questo è il modo in cui i nostri soggetti non cristiani combattono al nostro fianco nella guerra presente.
Se vede il nostro carissimo amico colonnello de Castries, gli dica quanto il mio pensiero e la mia povera preghiera sono con lui. Il buon Dio la guardi, guardi tutti i suoi, guardi la Francia.
Il suo fratello che le è devoto e affezionato con tutto il cuore in CORDE JESU – Ch. de Foucauld15.
A Louis Massignon – Tamanrasset, 10 giugno 1915
Carissimo fratello in GESÙ, grazie della sua lettera della vigilia di San Giuseppe. GESÙ la guardi! Sono felicissimo che sia in relazione col mio santo amico l’abbé Crozier16… Bisogna, come dice così spesso Santa Teresa, che quelli che amano Dio si aiutino gli uni gli altri per servirLo… Dio la guardi ai Dardanelli17, in Oriente, dovunque sarà in questa guerra, perfezioni sempre più la sua anima con il dovere quotidiano santamente compiuto, con la volontà sempre più unita alla Sua, le faccia fare del bene agli altri col buon esempio, la bontà: la sua bontà la distingua dagli altri e la faccia riconoscere come cristiano, come molto cristiano, così come il buon esempio continuo. La Santa Famiglia di Nazareth guardi la sua famiglia. Posa ritornarci e farvi a lungo del bene, un bene che si estenda più lontano.
…L’Ahaggar resta profondamente calmo, come tutta la nostra Africa del Nord.
Dio la guardi, carissimo fratello, protegga tutti i suoi, protegga la Francia, faccia servire questa guerra alla salvezza delle anime in Francia, nelle nostre colonie, tra i nostri alleati, in questo caro Oriente dove ava, in tutta questa valle d’esilio!
Suo fratello che le è devoto con tutto il cuore nel CUORE di GESÙ – Ch. de Foucauld18.
[Nel giugno 1915 delle truppe senussite (appartenenti a una setta religioso-politica di origine libica, che predica la guerra santa contro gli occidentali) occupano Ghat, nel Sud-Ovest del Sahara libico, alla frontiera col Sahara algerino, a Nord-Est di Tamanrasset, e cacciano via gli Italiani, che vi abbandonano armi e munizioni 19.]
All’amico Trappista fr. Augustin 20 – Tamanrasset, 15 luglio 1915
Grazie, mio caro fratel Augustin, della sua buona lettera del 25 maggio che ho appena ricevuto. Grazie delle notizie che mi dà sui cari Padri e Fratelli di N.D. des Neiges. Il buon Dio ha voluto che alcuni tra di loro, fr. Anastase e fr. Ernest dessero l’esempio del sacrificio della loro vita per la Salvezza dei loro fratelli.
…Qui calma profonda, come in tutta l’Africa francese. La mia vita scorre, esternamente, in tutta tranquillità e regolarità. Ma lei sente come l’animo è inquieto, sospira alla certezza della vittoria, le lettere che ricevo dal fronte sono piene di fiducia: ma i telegrammi più recenti che ricevo hanno 30 giorni di data, le lettere più fresche e i giornali più freschi (perché ricevo dei giornali dall’inizio della guerra: l’Echo de Paris e la Dépêche algérienne) hanno 40 giorni: ricevendoli mi chiedo quel che è successo nel frattempo e a che punto sono le nostre cose al momento presente21…
Alla Madre Saint-Michel, badessa delle Clarisse di Nazareth – Tamanrasset, 27 settembre 1915
Reverendissima Madre, come la ringrazio della sua lettera del 10 aprile e dei dettagli che mi dà. Sia benedetto GESÙ che vi ha condotte a Malta, dove, come San Paolo, avete trovato la calma dopo la tempesta. Dica alle mie Sorelle che la mia povera preghiera per loro è tanto più fedele in quanto la prova le colpisce di più. Capisco il suo dolore di lasciare Nazareth; come la Santa Famiglia, avete avuto la vostra fuga in Egitto.
Non si sbaglia pensando che mi sarebbe piaciuto seguire l’esercito come cappellano; ho consultato i miei superiori e dei vecchi amici militari22: unanimemente mi hanno detto di restare qui, dicendo che vi sono più utile; perciò sono rimasto.
Il Sahara è tranquillo come tutta l’Africa francese; non c’è la minima agitazione. A che punto dobbiamo benedire Dio della fedeltà che ha ispirato agli indigeni delle nostre colonie e delle colonie inglesi!
La guerra si prolunga: nelle tante lettere che ricevo dal fronte la nota è unica: fiducia universale e assoluta. Ma se tutte respirano la certezza della piena vittoria, nessuno osa azzardare una data… I miei parenti più prossimi vanno bene. Il buon Dio li ha preservati fino ad oggi. Fra i parenti meno prossimi e gli amici, ci sono tanti vuoti: non c’è Francese che non sia a questo punto. So quanto pregate per tutte le anime che hanno fatto il sacrificio supremo per noi, per salvarci da una sottomissione avvilente, dalle ultime crudeltà e dalle ultime violenze. Questa guerra è, per tutti gli alleati, una crociata23: crociata contro una barbarie pagana che vorrebbe ridurre in servitù il mondo e annientare la Chiesa.
Con tutto il cuore prego GESÙ di illuminarla e di farle vedere se domanda da voi una fondazione a Malta. Non ne sarei sorpreso. Non è senza disegno che Egli vi ci ha condotto. La terra sembra propizia. La grande, grande, sovrana questione per tutti noi è che il Nome di GESÙ sia glorificato il più possibile per tutta la terra. Sia santificato il Tuo Nome! Venga il Tuo Regno! Sia fatta la Tua Volontà sulla terra come in cielo!
La mia vita qui passa come al solito, più occupata che mai. Sono sempre solo. Immagina come, in questi giorni, si soffre della mancanza di notizie, con una posta così rara e lenta…
Alla Madre Saint-Michel, badessa delle Clarisse di Nazareth – Tamanrasset, 20 novembre 1915
Reverendissima Madre, grazie della sua cartolina postale. Mi ha raggiunto qui, in buona salute. Finché durerà la guerra, a meno d’avvenimenti fuori di ogni previsione, non lascerò Tamanrasset. Mi assicurano che è meglio che ci resti. Non si stupisca della lentezza delle mie risposte: la posta, lenta in tutti i tempi, è più lenta che mai.
La nostra regione resta assolutamente calma, d’una calma strana in mezzo alla tempesta che scuote l’Europa. I corrieri ci portano ogni 18 giorni le notizie vecchie di 40 o 60 giorni, che non interessano che i Francesi e restano ignorate dagli indigeni – quando dico “i Francesi” come se fossimo numerosi, non sono del tutto esatto: dovrei dire “il Francese”, perché sono sempre il solo Francese qui. Ma ce n’è un altro, a volte anche 2 o 3, nel capoluogo del paese, a 50 chilometri da qui! Avendo da entrambe le parti i nostri lavori, ci vediamo raramente.
I miei parenti prossimi qui sono al fronte sono stati preservati fino ad ora dal buon Dio.
Questa le porti i miei migliori auguri di buon anno, così come a tutte le mie sorelle; vi dica che la mia povera preghiera sarà con voi la notte e il giorno di Natale e il 1° gennaio. È sempre con le e con le mie sorelle, lo sa, ma lo sarà più che mai in questi giorni.
Il buon Dio la guardi, guardi le mie sorelle, guardi tutti i suoi e tutti i loro che sono in Francia, soprattutto quelli che sono al fronte, protegga la Francia e i suoi alleati e doni loro una pace gloriosa che ripari il passato, garantisca l’avvenire, e sia l’inizio di una nuova era di virtù e di santità nel mondo. Il suo umile servo e fratello che le è religiosamente devoto con grande riconoscenza e grande rispetto nel CUORE dell’Amato GESÙ – Ch. de Foucauld.
1 Al momento della guerra del 1914, le monache, sia di Nazareth sia di Gerusalemme, furono costrette, in quanto francesi, a lasciare la Terrasanta, appartenente all’impero ottomano alleato ai tedeschi, e a rifugiarsi le une a Malta le altre ad Alessandria d’Egitto. Partendo bruciarono anche la maggior parte delle lettere. Il monastero di Nazareth venne occupato dallo Stato Maggiore tedesco-turco: la cappella divenne refettorio, le celle prigione… Cf. “Famiglia Charles de Foucauld – Jesus Caritas”, n. 61, gennaio 1996, p.75-76.
2 Tra i numerosi libri della biblioteca di Tamanrasset, venne effettivamente trovata anche La storia di un’anima, ma non sappiamo se Charles l’abbia letta: non ne accenna e, del resto, come scrive, era occupatissimo. Eppure, anche dai numerosi studi di Jean-François Six, sappiamo quanti aspetti avessero in comune.
3 Iniziata il 3 agosto 1914. Charles ne ebbe notizia un mese dopo.
4 Si firma col nome che aveva scelto a Nazareth.
5 VN, p. 207.
6 Si chiamavano così i militari stanziati in Africa.
7 LMB, p. 197.
8 Dove Gabriel Tourdes svolgeva la professione di magistrato.
9 Ripeterà più volte all’amico l’augurio di rivedere Strasburgo e l’Alsazia da dove erano stati cacciati dalla guerra del 1870 e dove si trovavano le tombe dei genitori, mai più visitate.
10 LAL, p. 106-107.
11 Membro n. 3 dal 1913 dell’Unione dei fratelli e sorelle del Sacro Cuore, in realtà sopravvisse alla guerra.
12 Foucauld riceveva dei giornali fin dall’inizio della guerra e, nonostante il ritardo della posta, riusciva a seguire gli avvenimenti.
13 AAD, p. 171-172.
14 Ger 31, 3, già citato.
15 AAD, p. 175-176.
16 Portò il suo libretto di meditazioni Excelsior al fronte ricavandone un gran bene.
17 Si imbarcherà l’8 agosto 1915 per i Dardanelli e verrà nominato interprete, per chiedere, poi, di essere trasferito tra le truppe di prima linea in trincea.
18 AAD, p. 186.
19 Sarà un’arma italiana di queste che ucciderà Charles de Foucauld, cf. LMCF, p. 70 e ss.
20 Antoine Augustin Juillet (1860-1942), ex sottufficiale in Algeria, era entrato alla Trappa di Notre Dame-des-Neiges il 2 gennaio 1900 e aveva conosciuto fr. Charles al suo arrivo per la preparazione all’ordinazione nell’agosto 1900. Diventato suo confidente, con aspetti simili di temperamento e di vocazione, avrebbe voluto seguirlo, ma l’abate contava troppo su di lui per lasciarlo partire. Rimangono 47 lettere interessanti di Charles de Foucauld a lui indirizzare (1902-1916), tutte riprodotte in CCDP.
21 CCDP, p. 396-97. È la prima volta che si dimostra inquieto.
22 In particolare Laperrine.
23 Un mese dopo, il 7 dicembre, scriveva al p. Paul Voillard, divenuto suo direttore spirituale dal 1911, dopo la morte di don Huvelin: “Spero che dopo i massacri d’Armenia, le vendite di popolazioni in schiavitù, le Armene inviate negli harem turchi… i popoli cristiani – gli alleati – avranno sufficiente onore per far sparire la Turchia in quanto Stato…” (CS, 342-43) … Si ricordi l’esperienza dei massacri vissuta nel 1894-96.
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Last Updated: 28 Novembre 2018 by Redazione
Tempi di guerra
Charles de Foucauld
Dalle lettere e meditazioni
[Si consiglia di vedere prima “Generalità” di questa sezione]
10. Tempi di guerra
A una Clarissa di Nazareth 1 – 15 settembre 1914
Reverendissima Madre, ho ricevuto, a brevissimo intervallo, le ostie e la notizia della partenza per la Patria di Suor St. Gabriel de l’Annonciation.
…Grazie con tutto il cuore delle ostie e delle immagini pie. Penso di averle già scritto che ho ricevuto la vita di Suor Teresa del Bambino Gesù2; non so dirle quanto le sono riconoscente.
Rispondo alle sue domande. Non sono ammalato, ma estremamente occupato; inoltre i corrieri sono rari. I Tuareg che mi circondano sono sempre più affettuosi e fiduciosi, ma sono sempre solo. Non ho bisogno di niente; le ostie che avete la grande carità di mandarmi mi sono di grande aiuto, ma a parte questo non ho bisogno di niente. Il mio nuovo prefetto apostolico (che comincia ad essere vecchio: 4 anni) è estremamente buono.
…Abbiamo appena avuto la notizia della guerra3: non ne sappiamo che un’eco…, è che dall’inizio d’agosto esiste la guerra tra la Francia, l’Inghilterra, la Russia, il Belgio, la Serbia e il Montenegro da una parte e la Germania e l’Austria dall’altra. Lei sente come la mia preghiera è al fronte. Quante anime appaiono bruscamente davanti a Dio e forse così poco preparate! Da questa guerra, da cui l’Europa uscirà indipendente o assoggettata ai Tedeschi, la Francia può uscirne sollevata o ridotta per dei secoli a un profondo abbassamento. Dio protegga la Francia! Abbia pietà di tante anime. Faccia venire il bene da un così grande male.
So che lei, le mie venerate Suore ed io, siamo uniti in una stessa preghiera per la Francia, per le anime e per l’avvento del Regno di GESÙ. Si degni credermi sempre il suo umilissimo e riconoscente servo religiosamente devoto nel CUORE dell’amatissimo GESÙ – Fr. Ch. di Gesù 4.
[Il 24 ottobre 1914 Charles aggiunge un foglietto al suo Testamento, ripetendo: “Voglio essere seppellito nel luogo dove morrò; sepoltura molto semplice, senza cassa; tomba molto semplice, senza monumento, sormontata da una croce di legno”5. Le sue volontà non verranno, in realtà, rispettate.]
Alla cugina Marie de Bondy – Tamanrasset, 24 novembre 1914
In un elenco di morti sul campo dall’Echo de Paris conto fino a questo momento dieci amici, per la maggior parte africani6, alcuni dei quali mi erano molto cari. Qui il paese è calmissimo… Credo che non uscirà da questa calma profonda, tanto più che le occupazioni non mancano. Oltre al lavoro abituale, bisogna difendersi – e non senza fatica – dalla fame. Sono cinque anni che non piove! Sono morti i quattro quinti delle capre e delle pecore, e la metà dei cammelli. Le capre rimaste sono senza latte, e i cammelli sono così magri e deboli che non sono tanto in grado di andare in carovana. In settembre o ottobre si sono avuti quattro a cinque passaggi di cavallette, che hanno distrutto il raccolto autunnale, e le poche piante che rimanevano.
…Ho scritto a Laperrine – che sta in prima linea e vede le cose da vicino, che è saggio e dà buoni consigli – per chiedergli se, nel caso in cui l’Ahaggar e l’Algeria restassero nella perfetta calma, non farei meglio ad andare in Francia per cercare di servire, fino alla pace, come cappellano portaferiti o altro 7…
Al compagno di Liceo – Tamanrasset, 25 novembre 1914
Mio buon Gabriel, quanto perso a te dopo l’inizio della guerra! Quanto ho pensato a te quando ho saputo dei combattimenti a Saint-Dié8, la conquista, la riconquista della città. Sono preoccupato per te, preoccupato per tuo fratello, preoccupato per tuo nipote che è probabilmente in prima linea.
Per favore, dammi tue notizie… basta una riga… il resto ce lo diremo, quando ci vedremo, dopo la vittoria… Se, come spero fermamente, saremo vincitori, andremo insieme, non è vero, a rivedere Strasburgo ridivenuta francese? Conto su di te per questo pellegrinaggio9.
Resto qui fino a nuovo ordine, credendo di esservi più utile che altrove. Se la pace si farà questa primavera, verrò probabilmente in Francia quest’estate. Se la guerra si prolungherà, non so; cercherò di fare del mio meglio secondo le circostanze.
Buon Natale, buon anno, numerosi buoni anni e il cielo! Sarò con te la notte di Natale e il 1° gennaio. Trasmetti i miei auguri di buon anno a Joseph e a tua sorella. Ti abbraccio con tutto il cuore come ti amo: fr. Ch. de Foucauld 10.
A Louis Massignon – 12 dicembre 1914
…Ecco molti dei nostri soggetti, dei nostri musulmani in Francia. Molti versano il loro sangue con noi e per noi. Preghiamo per loro, facciamo tutto quello che può essere utile alle loro anime: siamo buoni per loro, facciamoci amare da loro… Lo stesso per gli Indiani… Mentre sono da noi, facciamo per loro tutto quello che è possibile: le loro anime approfittino del loro passaggio in mezzo a noi.
Siamo fedeli al dovere quotidiano e Dio ci farà fare per lui del lavoro sempre più fruttuoso. Conto davvero su di lei per aiutarmi, fatta la pace, a portare le anime, in Francia e in Belgio, ad occuparsi della conversione dei nostri soggetti che donano il sangue per noi e delle anime di cui Dio ci fa carico.
Penso di restare qui fino alla pace perché vi sono più utile che altrove e dopo la pace di venire a passare diversi mesi, quanti saranno necessari, in Francia per stabilirvi definitivamente la nostra unione, con grandi semplificazioni nell’organizzazione – niente di cambiato in fondo – e come le ho scritto un bollettino che sarà il collegamento tra i fratelli e le sorelle.
Mi dia spesso notizie. Basta un rigo. E mi dia sempre il suo indirizzo. Spero che in Francia e in Belgio, tutti i suoi vadano bene.
Prego per tutti i suoi amici uccisi, feriti, prigionieri, per quelli che combattono e per quelli che sono a casa nell’angoscia.
I miei sono tutti salvi, così come i miei amici molto intimi, ma quanti altri anche molto amati, sono fra gli uccisi. Temo che abbiamo perduto per questa terra uno dei più santi tra i fratelli del S. Cuore di Gesù11, il Capitano P. Leroy, del 13° Reggimento d’Artiglieria. Sono senza notizie di lui dalla fine di settembre e un nome simile al suo, ma senza indicazione di Reggimento né d’arma è fra gli uccisi12; sono molto inquieto per lui; l’amo teneramente; è un’anima ammirevole. Preghi per lui.
L’amo con tutto il cuore nel CUORE di GESÙ. Rispettosi omaggi alla Signora Massignon. – Ch. de Foucauld13.
A Louis Massignon –Tamanrasset, 3 febbraio 1915
Carissimo fratello in GESÙ, grazie della sua lettera di Natale… GESÙ la guardi! Le faccia fare, in qualunque luogo permetta che vada, in qualunque ambiente permetta che la gettino, il bene che vuole da lei… Dappertutto e sempre, Egli le faccia santificare sé stesso e santificare gli altri, glorificare il Suo Nome, far venire il Suo Regno in lei e negli altri, fare la Sua Volontà e portare gli altri a farla… Il nostro fine è di amare Dio e servirLo, e con questo giungere in cielo: è là la nostra parte: noi possiamo e dobbiamo adempierla dappertutto: il resto appartiene a Dio: sta a Lui dirigere il fiocco di schiuma che siamo in cima a questa o a quell’onda, in alto o in basso… lasciamoci portare dalla Sua dolce Mano: anche nell’abisso del dolore, siamo nella mano dell’Amatissimo, dell’Amatissimo infinitamente amante e infinitamente perfetto “caritate perpetua dilexi te, miserans”14.
Prego per lei, per la Signora Massignon, per il bimbo atteso; prego perché lei e tutti gli esseri cari della sua famiglia glorifichino Dio il più possibile.
Resto qui fino alla pace. Alla pace, a Dio piacendo, andrò in Francia con l’ardente desiderio di preparare l’organizzazione della nostra confraternita e la redazione del bollettino in maniera tale da potere, quando le cose avranno più o meno ripreso in Francia il loro funzionamento normale, fare tutti gli sforzi per diffonderla – sforzi per la conversione dei 50 milioni di infedeli delle nostre colonie d’intensità pari allo scopo da raggiungere sono un dovere per i cattolici di Francia: se c’è qualcosa che poteva rendere questo dovere più pressante e metterlo più in luce, questo è il modo in cui i nostri soggetti non cristiani combattono al nostro fianco nella guerra presente.
Se vede il nostro carissimo amico colonnello de Castries, gli dica quanto il mio pensiero e la mia povera preghiera sono con lui. Il buon Dio la guardi, guardi tutti i suoi, guardi la Francia.
Il suo fratello che le è devoto e affezionato con tutto il cuore in CORDE JESU – Ch. de Foucauld15.
A Louis Massignon – Tamanrasset, 10 giugno 1915
Carissimo fratello in GESÙ, grazie della sua lettera della vigilia di San Giuseppe. GESÙ la guardi! Sono felicissimo che sia in relazione col mio santo amico l’abbé Crozier16… Bisogna, come dice così spesso Santa Teresa, che quelli che amano Dio si aiutino gli uni gli altri per servirLo… Dio la guardi ai Dardanelli17, in Oriente, dovunque sarà in questa guerra, perfezioni sempre più la sua anima con il dovere quotidiano santamente compiuto, con la volontà sempre più unita alla Sua, le faccia fare del bene agli altri col buon esempio, la bontà: la sua bontà la distingua dagli altri e la faccia riconoscere come cristiano, come molto cristiano, così come il buon esempio continuo. La Santa Famiglia di Nazareth guardi la sua famiglia. Posa ritornarci e farvi a lungo del bene, un bene che si estenda più lontano.
…L’Ahaggar resta profondamente calmo, come tutta la nostra Africa del Nord.
Dio la guardi, carissimo fratello, protegga tutti i suoi, protegga la Francia, faccia servire questa guerra alla salvezza delle anime in Francia, nelle nostre colonie, tra i nostri alleati, in questo caro Oriente dove ava, in tutta questa valle d’esilio!
Suo fratello che le è devoto con tutto il cuore nel CUORE di GESÙ – Ch. de Foucauld18.
[Nel giugno 1915 delle truppe senussite (appartenenti a una setta religioso-politica di origine libica, che predica la guerra santa contro gli occidentali) occupano Ghat, nel Sud-Ovest del Sahara libico, alla frontiera col Sahara algerino, a Nord-Est di Tamanrasset, e cacciano via gli Italiani, che vi abbandonano armi e munizioni 19.]
All’amico Trappista fr. Augustin 20 – Tamanrasset, 15 luglio 1915
Grazie, mio caro fratel Augustin, della sua buona lettera del 25 maggio che ho appena ricevuto. Grazie delle notizie che mi dà sui cari Padri e Fratelli di N.D. des Neiges. Il buon Dio ha voluto che alcuni tra di loro, fr. Anastase e fr. Ernest dessero l’esempio del sacrificio della loro vita per la Salvezza dei loro fratelli.
…Qui calma profonda, come in tutta l’Africa francese. La mia vita scorre, esternamente, in tutta tranquillità e regolarità. Ma lei sente come l’animo è inquieto, sospira alla certezza della vittoria, le lettere che ricevo dal fronte sono piene di fiducia: ma i telegrammi più recenti che ricevo hanno 30 giorni di data, le lettere più fresche e i giornali più freschi (perché ricevo dei giornali dall’inizio della guerra: l’Echo de Paris e la Dépêche algérienne) hanno 40 giorni: ricevendoli mi chiedo quel che è successo nel frattempo e a che punto sono le nostre cose al momento presente21…
Alla Madre Saint-Michel, badessa delle Clarisse di Nazareth – Tamanrasset, 27 settembre 1915
Reverendissima Madre, come la ringrazio della sua lettera del 10 aprile e dei dettagli che mi dà. Sia benedetto GESÙ che vi ha condotte a Malta, dove, come San Paolo, avete trovato la calma dopo la tempesta. Dica alle mie Sorelle che la mia povera preghiera per loro è tanto più fedele in quanto la prova le colpisce di più. Capisco il suo dolore di lasciare Nazareth; come la Santa Famiglia, avete avuto la vostra fuga in Egitto.
Non si sbaglia pensando che mi sarebbe piaciuto seguire l’esercito come cappellano; ho consultato i miei superiori e dei vecchi amici militari22: unanimemente mi hanno detto di restare qui, dicendo che vi sono più utile; perciò sono rimasto.
Il Sahara è tranquillo come tutta l’Africa francese; non c’è la minima agitazione. A che punto dobbiamo benedire Dio della fedeltà che ha ispirato agli indigeni delle nostre colonie e delle colonie inglesi!
La guerra si prolunga: nelle tante lettere che ricevo dal fronte la nota è unica: fiducia universale e assoluta. Ma se tutte respirano la certezza della piena vittoria, nessuno osa azzardare una data… I miei parenti più prossimi vanno bene. Il buon Dio li ha preservati fino ad oggi. Fra i parenti meno prossimi e gli amici, ci sono tanti vuoti: non c’è Francese che non sia a questo punto. So quanto pregate per tutte le anime che hanno fatto il sacrificio supremo per noi, per salvarci da una sottomissione avvilente, dalle ultime crudeltà e dalle ultime violenze. Questa guerra è, per tutti gli alleati, una crociata23: crociata contro una barbarie pagana che vorrebbe ridurre in servitù il mondo e annientare la Chiesa.
Con tutto il cuore prego GESÙ di illuminarla e di farle vedere se domanda da voi una fondazione a Malta. Non ne sarei sorpreso. Non è senza disegno che Egli vi ci ha condotto. La terra sembra propizia. La grande, grande, sovrana questione per tutti noi è che il Nome di GESÙ sia glorificato il più possibile per tutta la terra. Sia santificato il Tuo Nome! Venga il Tuo Regno! Sia fatta la Tua Volontà sulla terra come in cielo!
La mia vita qui passa come al solito, più occupata che mai. Sono sempre solo. Immagina come, in questi giorni, si soffre della mancanza di notizie, con una posta così rara e lenta…
Alla Madre Saint-Michel, badessa delle Clarisse di Nazareth – Tamanrasset, 20 novembre 1915
Reverendissima Madre, grazie della sua cartolina postale. Mi ha raggiunto qui, in buona salute. Finché durerà la guerra, a meno d’avvenimenti fuori di ogni previsione, non lascerò Tamanrasset. Mi assicurano che è meglio che ci resti. Non si stupisca della lentezza delle mie risposte: la posta, lenta in tutti i tempi, è più lenta che mai.
La nostra regione resta assolutamente calma, d’una calma strana in mezzo alla tempesta che scuote l’Europa. I corrieri ci portano ogni 18 giorni le notizie vecchie di 40 o 60 giorni, che non interessano che i Francesi e restano ignorate dagli indigeni – quando dico “i Francesi” come se fossimo numerosi, non sono del tutto esatto: dovrei dire “il Francese”, perché sono sempre il solo Francese qui. Ma ce n’è un altro, a volte anche 2 o 3, nel capoluogo del paese, a 50 chilometri da qui! Avendo da entrambe le parti i nostri lavori, ci vediamo raramente.
I miei parenti prossimi qui sono al fronte sono stati preservati fino ad ora dal buon Dio.
Questa le porti i miei migliori auguri di buon anno, così come a tutte le mie sorelle; vi dica che la mia povera preghiera sarà con voi la notte e il giorno di Natale e il 1° gennaio. È sempre con le e con le mie sorelle, lo sa, ma lo sarà più che mai in questi giorni.
Il buon Dio la guardi, guardi le mie sorelle, guardi tutti i suoi e tutti i loro che sono in Francia, soprattutto quelli che sono al fronte, protegga la Francia e i suoi alleati e doni loro una pace gloriosa che ripari il passato, garantisca l’avvenire, e sia l’inizio di una nuova era di virtù e di santità nel mondo. Il suo umile servo e fratello che le è religiosamente devoto con grande riconoscenza e grande rispetto nel CUORE dell’Amato GESÙ – Ch. de Foucauld.
1 Al momento della guerra del 1914, le monache, sia di Nazareth sia di Gerusalemme, furono costrette, in quanto francesi, a lasciare la Terrasanta, appartenente all’impero ottomano alleato ai tedeschi, e a rifugiarsi le une a Malta le altre ad Alessandria d’Egitto. Partendo bruciarono anche la maggior parte delle lettere. Il monastero di Nazareth venne occupato dallo Stato Maggiore tedesco-turco: la cappella divenne refettorio, le celle prigione… Cf. “Famiglia Charles de Foucauld – Jesus Caritas”, n. 61, gennaio 1996, p.75-76.
2 Tra i numerosi libri della biblioteca di Tamanrasset, venne effettivamente trovata anche La storia di un’anima, ma non sappiamo se Charles l’abbia letta: non ne accenna e, del resto, come scrive, era occupatissimo. Eppure, anche dai numerosi studi di Jean-François Six, sappiamo quanti aspetti avessero in comune.
3 Iniziata il 3 agosto 1914. Charles ne ebbe notizia un mese dopo.
4 Si firma col nome che aveva scelto a Nazareth.
5 VN, p. 207.
6 Si chiamavano così i militari stanziati in Africa.
7 LMB, p. 197.
8 Dove Gabriel Tourdes svolgeva la professione di magistrato.
9 Ripeterà più volte all’amico l’augurio di rivedere Strasburgo e l’Alsazia da dove erano stati cacciati dalla guerra del 1870 e dove si trovavano le tombe dei genitori, mai più visitate.
10 LAL, p. 106-107.
11 Membro n. 3 dal 1913 dell’Unione dei fratelli e sorelle del Sacro Cuore, in realtà sopravvisse alla guerra.
12 Foucauld riceveva dei giornali fin dall’inizio della guerra e, nonostante il ritardo della posta, riusciva a seguire gli avvenimenti.
13 AAD, p. 171-172.
14 Ger 31, 3, già citato.
15 AAD, p. 175-176.
16 Portò il suo libretto di meditazioni Excelsior al fronte ricavandone un gran bene.
17 Si imbarcherà l’8 agosto 1915 per i Dardanelli e verrà nominato interprete, per chiedere, poi, di essere trasferito tra le truppe di prima linea in trincea.
18 AAD, p. 186.
19 Sarà un’arma italiana di queste che ucciderà Charles de Foucauld, cf. LMCF, p. 70 e ss.
20 Antoine Augustin Juillet (1860-1942), ex sottufficiale in Algeria, era entrato alla Trappa di Notre Dame-des-Neiges il 2 gennaio 1900 e aveva conosciuto fr. Charles al suo arrivo per la preparazione all’ordinazione nell’agosto 1900. Diventato suo confidente, con aspetti simili di temperamento e di vocazione, avrebbe voluto seguirlo, ma l’abate contava troppo su di lui per lasciarlo partire. Rimangono 47 lettere interessanti di Charles de Foucauld a lui indirizzare (1902-1916), tutte riprodotte in CCDP.
21 CCDP, p. 396-97. È la prima volta che si dimostra inquieto.
22 In particolare Laperrine.
23 Un mese dopo, il 7 dicembre, scriveva al p. Paul Voillard, divenuto suo direttore spirituale dal 1911, dopo la morte di don Huvelin: “Spero che dopo i massacri d’Armenia, le vendite di popolazioni in schiavitù, le Armene inviate negli harem turchi… i popoli cristiani – gli alleati – avranno sufficiente onore per far sparire la Turchia in quanto Stato…” (CS, 342-43) … Si ricordi l’esperienza dei massacri vissuta nel 1894-96.
Category: Testi di Charles de Foucauld
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