Visto che il nostro tipo di vita è semplice, senza “opere”, la nostra struttura organizzativa è molto leggera, e solo al servizio dell’unità nella Fraternità dei piccoli fratelli di Gesù
Ogni comunità, chiamata fraternità , appartiene ad una “Regione”.
Ogni tre anni, la Regione elegge il suo Responsabile, che è Superiore maggiore, e il suo Consiglio. Oggi ci sono 15 Regioni sparse su quattro continenti. Collaborano tra di loro in quanto Zone (Africa-Medio-Oriente; Americhe; Asia; Europa)
Ogni sei anni, il Capitolo generale elegge il Priore generale e il suo Consiglio. Essi risiedono a Bruxelles (Belgio).
Al servizio dell’accoglienza/formazione
Come ogni vocazione, la chiamata alla vita religiosa è un dono di Dio che non viene dal di fuori ma che si incarna in ciò che la persona è e vive… Sono il comportamento, le attitudini, la storia e le aspirazioni personali che, poco a poco, rivelano la vocazione della persona. La vocazione – qualunque essa sia – s’incarna nell’umano!
Nella Fraternità, accogliere qualcuno che si interroga sulla propria possibilità di vivere la vocazione dei Piccoli Fratelli di Gesù, significa, per chi è accolto e per la fraternità che accoglie, e in particolare modo per il fratello accompagnatore, valutare insieme se in ciò che egli è e vive vi siano, almeno in germe, le attitudini e le disposizioni caratteristiche della vocazione della Fraternità, cioè se il dono di Dio che c’è in lui corrisponde al dono che Dio ha suscitato attraverso la vocazione dei Piccoli Fratelli di Gesù.
Avere lo “stesso dono” non significa né imitazione né uniformità, perché ogni fratello è unico, ognuno è radicato nella propria storia e personalità. Questa “grazia o carisma” che Dio ci dona e che ci accomuna come fratelli è anche una chiamata che ognuno vive in modo unico. L’unità della nostra vocazione è arricchita dai modi diversi con cui ogni fra¬tello la vive.
La formazione è un lavoro in comune tra chi è in formazione e l’accompagnatore. Non è mai a senso unico. Ci si forma molto di più con l’esempio, con la vita concreta di tutti i giorni, che con le parole, anche se queste sono necessarie…
Il cammino di formazione nella Fraternità comporta diverse tappe e si protrae su alcuni anni.
Dopo un periodo di discernimento iniziale che permette di valutare la vocazione di colui che “bussa” (postulandato), la formazione prosegue con il noviziato che si conclude con la professione dei voti religiosi temporanei, cioè l’impegno a vivere il proprio dono al Signore e ai fratelli, nella povertà, castità e obbedienza. Seguono un tempo di probazione, che è un tempo di crescita nella vocazione, e gli studi filosofici e teologici: un tempo di radicamento nella fede e nella Parola di Dio, e infine la professione definitiva.
Lo scopo di tutti questi anni di formazione non è quello di farci diventare dei piccoli fratelli “compiuti”, perché il dono di Dio è già presente in ciascuno fin dall’inizio, ma di aiutarci ad acquisire una libertà interiore e spirituale sempre più solida e nella libertà dello Spirito.
Una struttura leggera. Al servizio dell’unità
Visto che il nostro tipo di vita è semplice, senza “opere”, la nostra struttura organizzativa è molto leggera, e solo al servizio dell’unità nella Fraternità dei piccoli fratelli di Gesù
Al servizio dell’accoglienza/formazione
Come ogni vocazione, la chiamata alla vita religiosa è un dono di Dio che non viene dal di fuori ma che si incarna in ciò che la persona è e vive… Sono il comportamento, le attitudini, la storia e le aspirazioni personali che, poco a poco, rivelano la vocazione della persona. La vocazione – qualunque essa sia – s’incarna nell’umano!
Nella Fraternità, accogliere qualcuno che si interroga sulla propria possibilità di vivere la vocazione dei Piccoli Fratelli di Gesù, significa, per chi è accolto e per la fraternità che accoglie, e in particolare modo per il fratello accompagnatore, valutare insieme se in ciò che egli è e vive vi siano, almeno in germe, le attitudini e le disposizioni caratteristiche della vocazione della Fraternità, cioè se il dono di Dio che c’è in lui corrisponde al dono che Dio ha suscitato attraverso la vocazione dei Piccoli Fratelli di Gesù.
Avere lo “stesso dono” non significa né imitazione né uniformità, perché ogni fratello è unico, ognuno è radicato nella propria storia e personalità. Questa “grazia o carisma” che Dio ci dona e che ci accomuna come fratelli è anche una chiamata che ognuno vive in modo unico. L’unità della nostra vocazione è arricchita dai modi diversi con cui ogni fra¬tello la vive.
La formazione è un lavoro in comune tra chi è in formazione e l’accompagnatore. Non è mai a senso unico. Ci si forma molto di più con l’esempio, con la vita concreta di tutti i giorni, che con le parole, anche se queste sono necessarie…
Il cammino di formazione nella Fraternità comporta diverse tappe e si protrae su alcuni anni.
Dopo un periodo di discernimento iniziale che permette di valutare la vocazione di colui che “bussa” (postulandato), la formazione prosegue con il noviziato che si conclude con la professione dei voti religiosi temporanei, cioè l’impegno a vivere il proprio dono al Signore e ai fratelli, nella povertà, castità e obbedienza. Seguono un tempo di probazione, che è un tempo di crescita nella vocazione, e gli studi filosofici e teologici: un tempo di radicamento nella fede e nella Parola di Dio, e infine la professione definitiva.
Lo scopo di tutti questi anni di formazione non è quello di farci diventare dei piccoli fratelli “compiuti”, perché il dono di Dio è già presente in ciascuno fin dall’inizio, ma di aiutarci ad acquisire una libertà interiore e spirituale sempre più solida e nella libertà dello Spirito.
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