C’è un profondo e reciproco affetto che ha legato René Voillaume e le piccole sorelle. Sentimento, d’altronde, manifestatosi con evidenza a tutti quelli che hanno potuto vedere l’attenzione fraterna e la delicatezza femminile con la quale lo hanno assistito durante i suoi ultimi anni. Di questo i piccoli fratelli di Gesù non sapranno mai ringraziarle abbastanza, gliene rimarranno sempre grati.
È a El Golea, in pieno Sahara, che René Voillaume e piccola sorella Magdeleine si sono incontrati per la prima volta. Di primo acchito piccola sorella Magdeleine si è sentita piena di fiducia malgrado che l’accoglienza del Padre (nella Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù lo chiamavamo così) fosse stata piena di riserbo. Erano così differenti!
“Ho incontrato per la prima volta piccola sorella Magdeleine a El Golea, il 19 marzo 1938, presso la tomba di Ch. de Foucauld. Si trattò, allora, solo di una prima presa di contatto nel corso della quale la ascoltai espormi i suoi progetti di avere delle piccola sorelle trai nomadi. La invitai poi a venire a El Abiodh per fare qualche giorno di ritiro. Tre mesi dopo arrivò a El Abiodh. Malgrado fossi giovane avevo, allora, 33 anni mi domandò di essere il suo padre spirituale. La sua fiducia e il suo comunicare i progetti che aveva e quello che viveva interiormente non si interruppero mai durante i cinquanta anni che durò la nostra profonda collaborazione.
Quante cose mi ha detto, che non ho considerato importanti sul momento e che ora rimpiango di non aver annotato! Le mie reazioni di prudenza ragionevole e una certa rudezza dovuta alla mia timidezza debbono averla sovente fatta soffrire o l’hanno scoraggiata.”
Qualche anno più tardi piccola sorella Magdeleine gli scrive a questo proposito: “Abbiamo due temperamenti completamente differenti, due metodi (…) Credo che non è colpa sua né mia, è il Signore che vuole così. Non bisogna volersi assomigliare, sarebbe una catastrofe per l’uno e per l’altra…Il Signore ci ha aggiogati per qualcosa di così grande.”
Quello che li ha uniti profondamente al di là di queste differenze è una profonda comunione spirituale. Nel novembre 1944, alla fine di una settimana passata insieme a El Abiodh, piccola sorella Magdeleine scrive al Padre: “Mai avevo ricevuto simili grazie dall’inizio della fondazione. Credo che sia l’anima di fr. Charles che si è rivelata durante questo incontro.” — Un mese più tardi è il Padre che scrive a piccola sorella Magdeleine: “Mi sembra che, sempre di più, dobbiamo essere profondamente uniti e che le nostre due fondazioni debbono appoggiarsi l’una sull’altra, vivere lo stesso spirito.”
Piccola sorella Magdeleine, che sente il bisogno di dare alle piccole sorelle una spiritualità attinta alla sorgente della vita e del messaggio di fr. Charles, è convinta che il Padre abbia il carisma di tradurla in un linguaggio attuale e evangelico. E così a partire dal 1946 gli affida la formazione spirituale delle piccole sorelle durante delle `sessioni’ che si svolgeranno prima a El Abiodh e poi a Roma.
Nel 1953 piccola sorella Magdeleine intraprende un immenso viaggio intorno al mondo, per seminarvi delle fraternità e invita il Padre a condividere con lei questa avventura! Lui stesso riconosce che è stato “quello che viene trascinato e piccola sorella Magdeleine quella che trascina…” Riconosce anche lui che da solo non avrebbe mai pensato a questo viaggio e comunque aggiunge: “Era l’espressione concreta e il `sistemare’, se posso osare esprimermi così, dell’universalità concepita come un’apertura alle differenti razze e ai differenti popoli.”
Nel corso degli anni l’affetto e la fiducia si approfondiscono: piccola sorella Magdeleine annota alla fine di una giornata passata con il Padre:
“Si è parlato soprattutto dei nostri progetti di fondazione. Non c’è stata nessuna divergenza, salvo che i nostri due cervelli non si assomigliano e cervelli hanno una ‘famosa’ influenza sui metodi…Ma il Padre è di una bontà e di una pazienza straordinaria…
Constatiamo più che mai che tra di noi vi è una profonda unita e che le discussioni erano state fatte per obbligarmi a precisare il mio pensiero… Trovo nelle sue lettere una fonte inesauribile di testi che sottolineano ancora questa unità su l’essenziale della nostra vocazione.”
Qualche mese prima della sua morte, piccola sorella Magdeleine, malgrado fosse molto indebolita, progetta un ultimo viaggio in U.R.S.S.. Ed è, allora, il Padre che l’incoraggia ad andare avanti:
“Mai sei stata di più nelle mani del Signore che per questo viaggio. Non si tratta di tentare Dio, visto che ti ha sempre guidata e accompagnata in questi viaggi umanamente irragionevoli. Più sei debole e incapace fisicamente, più la sola mano del Signore è nella tua barca, non temere niente altro che quello che lui vorrà.”
Cammino d’abbandono che ha lui stesso vissuto, alla fine della sua lunga vita, nella debolezza e nella dipendenza, ultima preparazione all’incontro con il “Bene amato” che hanno appassionatamente ricercato durante tutta la loro vita.
Legami con Piccola Sorella Magdeleine
C’è un profondo e reciproco affetto che ha legato René Voillaume e le piccole sorelle. Sentimento, d’altronde, manifestatosi con evidenza a tutti quelli che hanno potuto vedere l’attenzione fraterna e la delicatezza femminile con la quale lo hanno assistito durante i suoi ultimi anni. Di questo i piccoli fratelli di Gesù non sapranno mai ringraziarle abbastanza, gliene rimarranno sempre grati.
È a El Golea, in pieno Sahara, che René Voillaume e piccola sorella Magdeleine si sono incontrati per la prima volta. Di primo acchito piccola sorella Magdeleine si è sentita piena di fiducia malgrado che l’accoglienza del Padre (nella Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù lo chiamavamo così) fosse stata piena di riserbo. Erano così differenti!
“Ho incontrato per la prima volta piccola sorella Magdeleine a El Golea, il 19 marzo 1938, presso la tomba di Ch. de Foucauld. Si trattò, allora, solo di una prima presa di contatto nel corso della quale la ascoltai espormi i suoi progetti di avere delle piccola sorelle trai nomadi. La invitai poi a venire a El Abiodh per fare qualche giorno di ritiro. Tre mesi dopo arrivò a El Abiodh. Malgrado fossi giovane avevo, allora, 33 anni mi domandò di essere il suo padre spirituale. La sua fiducia e il suo comunicare i progetti che aveva e quello che viveva interiormente non si interruppero mai durante i cinquanta anni che durò la nostra profonda collaborazione.
Quante cose mi ha detto, che non ho considerato importanti sul momento e che ora rimpiango di non aver annotato! Le mie reazioni di prudenza ragionevole e una certa rudezza dovuta alla mia timidezza debbono averla sovente fatta soffrire o l’hanno scoraggiata.”
Qualche anno più tardi piccola sorella Magdeleine gli scrive a questo proposito: “Abbiamo due temperamenti completamente differenti, due metodi (…) Credo che non è colpa sua né mia, è il Signore che vuole così. Non bisogna volersi assomigliare, sarebbe una catastrofe per l’uno e per l’altra…Il Signore ci ha aggiogati per qualcosa di così grande.”
Quello che li ha uniti profondamente al di là di queste differenze è una profonda comunione spirituale. Nel novembre 1944, alla fine di una settimana passata insieme a El Abiodh, piccola sorella Magdeleine scrive al Padre: “Mai avevo ricevuto simili grazie dall’inizio della fondazione. Credo che sia l’anima di fr. Charles che si è rivelata durante questo incontro.” — Un mese più tardi è il Padre che scrive a piccola sorella Magdeleine: “Mi sembra che, sempre di più, dobbiamo essere profondamente uniti e che le nostre due fondazioni debbono appoggiarsi l’una sull’altra, vivere lo stesso spirito.”
Piccola sorella Magdeleine, che sente il bisogno di dare alle piccole sorelle una spiritualità attinta alla sorgente della vita e del messaggio di fr. Charles, è convinta che il Padre abbia il carisma di tradurla in un linguaggio attuale e evangelico. E così a partire dal 1946 gli affida la formazione spirituale delle piccole sorelle durante delle `sessioni’ che si svolgeranno prima a El Abiodh e poi a Roma.
Nel 1953 piccola sorella Magdeleine intraprende un immenso viaggio intorno al mondo, per seminarvi delle fraternità e invita il Padre a condividere con lei questa avventura! Lui stesso riconosce che è stato “quello che viene trascinato e piccola sorella Magdeleine quella che trascina…” Riconosce anche lui che da solo non avrebbe mai pensato a questo viaggio e comunque aggiunge: “Era l’espressione concreta e il `sistemare’, se posso osare esprimermi così, dell’universalità concepita come un’apertura alle differenti razze e ai differenti popoli.”
Nel corso degli anni l’affetto e la fiducia si approfondiscono: piccola sorella Magdeleine annota alla fine di una giornata passata con il Padre:
“Si è parlato soprattutto dei nostri progetti di fondazione. Non c’è stata nessuna divergenza, salvo che i nostri due cervelli non si assomigliano e cervelli hanno una ‘famosa’ influenza sui metodi…Ma il Padre è di una bontà e di una pazienza straordinaria…
Constatiamo più che mai che tra di noi vi è una profonda unita e che le discussioni erano state fatte per obbligarmi a precisare il mio pensiero… Trovo nelle sue lettere una fonte inesauribile di testi che sottolineano ancora questa unità su l’essenziale della nostra vocazione.”
Qualche mese prima della sua morte, piccola sorella Magdeleine, malgrado fosse molto indebolita, progetta un ultimo viaggio in U.R.S.S.. Ed è, allora, il Padre che l’incoraggia ad andare avanti:
“Mai sei stata di più nelle mani del Signore che per questo viaggio. Non si tratta di tentare Dio, visto che ti ha sempre guidata e accompagnata in questi viaggi umanamente irragionevoli. Più sei debole e incapace fisicamente, più la sola mano del Signore è nella tua barca, non temere niente altro che quello che lui vorrà.”
Cammino d’abbandono che ha lui stesso vissuto, alla fine della sua lunga vita, nella debolezza e nella dipendenza, ultima preparazione all’incontro con il “Bene amato” che hanno appassionatamente ricercato durante tutta la loro vita.