La strada per Nazareth
Incoraggiato da questo incontro, Charles sentirà che per seguire colui che ama, dovrà rompere con il suo passato, con le attività che amava, con la sua famiglia, “il sacrificio più grande”. Inoltre, vive in un contesto religioso in cui può venire spontaneo pensare che per trovare Dio bisogna tagliarsi fuori dal mondo.
Per seguire Gesù nella povertà di Nazareth, sceglie quindi il monastero trappista più povero che conosce, Akbes (Siria) dopo un periodo in quello di Notre Dame des Neiges, in Ardèche. Gesù, il “povero artigiano di Nazareth”, non lo lascia in pace e continua a lavorare il suo cuore: la povertà che ha trovato non è ancora quella del popolo, la povertà del Nazareno. “Siamo poveri per i ricchi, ma non come lo era nostro Signore, poveri come lo ero io in Marocco, poveri come lo era san Francesco”.
A causa di Gesù di Nazareth, lascia la Trappa e si stabilisce come domestico di fianco al convento delle Clarisse di Nazareth.
Vive momenti di gioia e di pace nella preghiera e nella solitudine. Tuttavia, dopo qualche mese, si chiede nuovamente: per stare con Gesù di Nazareth, bisogna “andare dove la terra è più santa” o “dove le anime hanno più bisogno”? Ancora una volta, il Nazareno lo scuote e non farà ritorno in Palestina.
Charles accetta il sacerdozio, “questo banchetto divino di cui sono diventato ministro doveva essere presentato non ai parenti, né ai ricchi vicini, ma agli zoppi, ai ciechi, ai poveri, in altre parole alle anime che mancavano di sacerdoti”. Pensa allora alle persone incontrate in Marocco ed è a loro che si orienta.Si stabilisce in Algeria, alle frontiere ancora chiuse del Marocco, a Beni Abbès. Realizza un abbozzo di recinto di clausura che non finirà mai: viene assalito dai visitatori. “La gente comincia a conoscere la casa come “la fraternità” e questo mi piace”.
Il Marocco rimane chiuso. Gli viene prospettata la possibilità di andare a sud, nell'Hoggar: lì c'è gente ancora più remota e abbandonata; non esita a lungo: “mi chiedete se sono pronto ad andare fuori da Beni Abbés per la diffusione del Vangelo: per questo sono pronto ad andare in capo al mondo e a vivere fino all'ultimo il giorno del giudizio”.
Compie diversi viaggi prima di stabilirsi a Tamanrasset. Durante i suoi viaggi, cerca di incontrare il maggior numero di persone possibile; inizia a studiare la lingua; in seguito inizia un dizionario e raccoglie poesie dei Tuareg; mette nella sua ricerca tanta precisione e scienza, tanta passione quanta ne aveva messa nel suo lavoro sul Marocco. Ristabilisce i rapporti con i suoi vecchi amici.