La preghiera della povera gente

"Crescere costantemente nella conoscenza e nell'amore del Signore Gesù è l'essenziale della vita dei Piccoli Fratelli. La preghiera è come il respiro della loro vita donata per amare Dio e gli uomini, loro fratelli.
Attraverso le grazie, le gioie e le difficoltà per le quali il Signore li vorrà condurre, essi tendono con perseveranza all'unione d'amore con Dio. " ( Costituzioni )

"La preghiera dei fratelli è profondamente marcata dalla loro condivisione di vita con i poveri. Si sforzano di accogliere e di ascoltare, nei 'fratelli più piccoli', Gesù che si rivela attraverso la loro amicizia.
Gli atti di fede, di speranza e di carità con i quali vivono gli incontri e gli avvenimenti di ogni giorno, rafforzano la loro intimità con Lui. La fatica del lavoro e le esigenze di una vita legata ai poveri, come pure il silenzio e il deserto, fanno parte del cammino per il quale lo Spirito Santo li conduce a una preghiera contemplativa. Solidali con gli uomini che soffrono e che sono in ricerca, condividendo la profondità dell'amore di Cristo che ha versato il suo sangue per la salvezza di tutti, essi affermano la loro fiducia nel Padre comune." ( Costituzioni )

La preghiera della povera gente

In ogni fraternità c’è uno spazio –piccolo o grande che sia- riservato all’orazione, dove i fratelli si ritrovano per la preghiera comunitaria e personale.

Gli avvenimenti della giornata nutrono la preghiera silenziosa ai piedi della presenza eucaristica di Gesù nella cappella di ogni fraternità.

La preghiera della povera gente

I mezzi per il nostro cammino di preghiera, sono gli stessi che possono adottare i nostri vicini del quartiere o i compagni di lavoro. Non c’è da meravigliarsi, dunque, se la stanchezza fisica e psichica di una giornata di lavoro si faccia sentire e condizioni la nostra preghiera, semplificandola. È la preghiera della gente comune!

Tenendo conto del posto che il lavoro occupa nella loro giornata, delle necessità e degli imprevisti che porta con sé la vita quotidiana, i fratelli sono invitati a consacrare dei momenti forti di preghiera personale e per questo si prendono dei tempi di solitudine. A questo scopo i fratelli hanno a disposizione –dove è possibile- degli eremi in cui possono trovare le condizioni favorevoli al silenzio e alla preghiera…Questi tempi di solitudine periodici per pregare trovano conferma nell’esempio di Gesù di Nazareth che lasciava le folle per intrattenersi con il Padre.

Vale la pena ricordare quello che Charles de Foucauld diceva della preghiera: “pensare a Dio amandolo…”

I fratelli , alla fine di ogni giornata, recitano insieme la preghiera dell’abbandono:

Padre mio,
io mi abbandono a te:
fa’ di me ciò che ti piace!

Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.

Non desiderio altro, mio Dio.

Affido la mia vita nelle tue mani
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.

Ed è per me un’esigenza d’amore
il donarmi il rimettermi
nelle tue mani senza misura,
con una fiducia infinita,
poiché tu sei il Padre mio.

Charles de Foucauld