Notizie da Marsiglia
17/03/2025
Notizie
Hervé, dopo più di 20 anni in Africa e 14 a Bruxelles, è rientrato a Marsiglia e ci racconta la sua nuova vita in questa fraternità.
Sono arrivato a Marsiglia, nel quartiere “La Busserine” poco più di 3 anni fa, e mi sono preso il tempo di riadattarmi lentamente a questa nuova vita...
Ho lasciato La Busserine nell'agosto del 1986, e ovviamente in 36 anni la situazione è cambiata parecchio: nuove famiglie con condizioni di vita più precarie,il traffico di droga in cui i conti vengono regolati con coltelli o kalashnikov, e a farne le spese sono i più giovani.
Tuttavia, il centro sociale locale - l'Agora - sta facendo un ottimo lavoro nell'organizzare le attività del quartiere, anche se deve far fronte a problemi finanziari seri. Jean-Michel fa parte del consiglio di amministrazione di questo centro sociale.
Da parte mia, mi sono detto che avrei accettato qualsiasi cosa mi venisse offerta, in base alle esigenze che si presentavano e alle quali ero in grado di rispondere. È così che ho risposto a una ragazza migrante di 16 anni - una minorenne non accompagnata della Guinea - che aveva bisogno di recuperare i suoi studi di matematica e che era ospitata nel centro di accoglienza dei “Apprentis d'Auteuil”. Questa ragazza a sua volta mi ha presentato una sua amica guineana della stessa età, anche lei bisognosa di un forte aiuto in matematica. Questa ragazza era rimasta incinta e aveva appena avuto una bambina. Poi il centro mi ha chiesto di occuparmi di un ragazzo afghano di 15 anni, sempre per la matematica. E’ un giovane pashtun molto intelligente e molto esigente, che aiuto anche un po' con il francese e che sta facendo grandi progressi: vorrebbe fare il medico! Per me è un dono di Dio poter stringere legami con un giovane afghano, poiché è in questo Paese che avrei voluto vivere dopo il mio noviziato... A marzo di quest'anno, il centro mi ha anche chiesto di aiutare un quattordicenne guineano... Sono tutti minori musulmani non accompagnati che hanno avuto un viaggio difficile per arrivare in Francia...
Dall'inizio di gennaio 2024, nell'ambito del JRS Welcome (l'accoglienza dei rifugiati promossa dai gesuiti), accompagno un giovane ivoriano, anch'egli musulmano, di 19 anni, che è ancora senza documenti e non può ottenerne dal suo Paese. Fortunatamente, studia falegnameria in una scuola secondaria di Marsiglia... Questo mi mette in contatto con molti dei giovani migranti che incontro il giovedì pomeriggio al caffè del JRS creato un anno fa dal gruppo di accoglienza del JRS a Marsiglia, che si svolge in un centro gesuita... Ci sono molti afghani, siriani, guineani e sudanesi che incontriamo grazie a questa grande iniziativa, per non parlare dei volontari...
Per quanto mi riguarda, sto lentamente trovando un buon equilibrio tra il quartiere che amo e in cui Jean-Michel è molto coinvolto. Abbiamo dei forti legami di amicizia con la nostra piccola comunità cristiana, ma senza cercare di prendere impegni. E poi c’è la nostra vita comunitaria a tre, Robert, Jean-Michel ed io, una vita fraterna che deve sempre migliorare in termini di fiducia e condivisione: una sfida da affrontare ogni giorno con pazienza e un po' di umorismo! ...
Questo è il nostro mondo, così com'è, con tutti i condizionamenti che dobbiamo accettare. E’ il luogo dove viviamo in unione con Gesù, che è il primo a cercarci e ad amarci: sussurra amorevolmente a ciascuno di noi “fammi vedere il tuo volto” (cfr. Cantico dei Cantici). Ci invita a cercarlo in questa terra che ama (cfr. Sal 84), dove crescono il grano e la zizzania, come colui che serve, per fare insieme corpo in una vita eucaristica, un cammino di speranza, di gratitudine, di donazione fiduciosa della nostra vulnerabilità e debolezza, di compassione, di stupore per tutti i legami di amicizia che intessono la nostra umanità... Questo è il nostro mondo segnato da tante sfide che ci interpellano e ci invitano ad accogliere con fiducia lo sguardo di Gesù nei luoghi in cui viviamo, nei nostri quartieri e nei nostri vari incontri: attraverso tutta la nostra vita - il nostro sguardo, la nostra presenza, il nostro atteggiamento relazionale - con Gesù, per dare all'altro la pienezza della sua umanità! Sì, non dobbiamo mai disperare della nostra umanità, che è stata assunta e rinnovata in Gesù, e come dice il proverbio, “è meglio accendere un lumicino nella notte che maledire le tenebre”...