Litanie des Saints

Dire sì. I primi voti di Amos e Romany Anees in Egitto.

 04/11/2025
 Notizie

 

 

Il 17 ottobre, Amos, camerunese e Romani, egiziano hanno pronunciato i primi voti religiosi nei Piccoli fratelli di Gesù a conclusione del noviziato tenutosi ad Hagaza, nell'Alto Egitto.

Nelle litanie dei santi sono stati invocati anche i santi egiziani e dell'Africa tutta, con loro  i martiri della Libia, cristiani copti, lavoratori egiziani e un ghanese, uccisi sulla spiaggia di Sirte nel 2015.

Nella gioia di sapere Amos e Romani al seguito di Gesù vi condividiamo l'omelia della messa della loro prima professione religiosa. In un prossimi articoli lasceremo la parola a loro. 

"La prima lettura che abbiamo ascoltato è un brano tratto dal Cantico dei Cantici, ovvero dal «Cantico per eccellenza». Esso celebra l'amore di Dio per il suo popolo e l'amore del popolo d'Israele per il suo Dio, utilizzando l'immagine dell'amore umano tra uomo e donna. In Israele, questo poema veniva letto durante le grandi feste, tra cui quella di Pasqua. Lo abbiamo scelto oggi, cari Romani e Amos, per celebrare la festa della vostra professione religiosa come Piccoli Fratelli di Gesù.
Il brano del Cantico che abbiamo letto inizia con la gioia. L'amata sente arrivare il suo Amato che salta come una gazzella sulle montagne per raggiungerla. Finalmente arriva vicino alla sua amata e la invita a raggiungerlo: «Vieni, mia amata, mia bella, vieni».

Se siete qui oggi è perché un giorno, forse dopo lunghe riflessioni, avete sentito la chiamata di Gesù a venire a Lui. Segue una descrizione poetica della primavera, quando esplode la vita dei fiori, degli uccelli e dei frutti che maturano. È in questa pienezza di vita che l'amata esclama: «Il mio Amato è mio, e io sono sua». È una trasposizione della frase usata da diversi profeti: «Israele è il popolo di Yahvé, e Yahvé è il Dio di Israele». Nella tradizione cristiana, mistici come San Giovanni della Croce la usano per esprimere il loro amore per Dio e l'amore di Dio per loro. La chiamata che avete sentito a donarvi a Gesù non ha altro scopo che quello di donarvi totalmente a Dio e lasciare che Dio sia il tutto della vostra vita. Pensiamo alla frase di fratello Charles, che Marc ha dato come titolo al nostro ritiro ad Anaphora: «Ho perso il mio cuore per questo Gesù di Nazareth».

La seconda lettura ci collocava nella Chiesa nascente, tra la Resurrezione di Gesù e la Pentecoste. Gesù appare più volte ai suoi discepoli, poi scompare. È ciò che fa anche l'Amato con la sua amata, nel Cantico dei Cantici, al punto da disorientarla e lasciarla nell'angoscia. Ma si capisce che questa prova del suo amore ha lo scopo di rafforzare la sua fiducia nella fedeltà del suo Amato, che le appartiene per sempre come lei appartiene a Lui.


Negli Atti degli Apostoli non si parla più di immagini poetiche, come nel Cantico. Durante le sue apparizioni, Gesù parla ai suoi discepoli del Regno: «Per quaranta giorni apparve loro e parlò loro del Regno di Dio». Questo è il grande tema di tutta la predicazione di Gesù, l'annuncio della Buona Novella: con la venuta di Gesù tra noi, è l'immenso popolo del Regno di Dio che appare sulla terra. E più avanti, nel giorno di Pentecoste, sono persone provenienti da tutto il mondo che convergono verso Gerusalemme, come segno dell'universalità del Regno che sta nascendo. Un mondo molto diversificato, ma destinato a diventare un mondo di fratelli, tutti figli dello stesso Padre. È la grande intuizione di fratello Charles, quando dice che voleva diventare «il fratello universale», senza alcuna distinzione di cultura, religione o status sociale. Oggi, nel nostro mondo così diviso, questo può sembrare una pia utopia, un obiettivo impossibile da raggiungere. Il testo che abbiamo letto ci incoraggia tuttavia a riporre totale fiducia nell'aiuto dello Spirito Santo. Prima di lasciare i suoi apostoli, Gesù disse loro che erano stati scelti dallo Spirito Santo e che proprio in quello stesso Spirito Santo sarebbero stati battezzati pochi giorni dopo. È ancora in quello Spirito Santo che anche voi, Amos e Romani, siete stati scelti ed è Lui che vi accompagnerà sempre, nonostante tutte le difficoltà della vita. Ed è perché crediamo nel suo aiuto che, seguendo l'esempio di fratello Charles, recitiamo ogni giorno insieme la preghiera allo Spirito Santo.

Il vangelo che abbiamo proclamato era quello di San Luca, al capitolo 10. Qui ritroviamo subito lo Spirito Santo, che fa «esultare di gioia Gesù». Il motivo di questa gioia è subito spiegato: è perché «il Padre ha rivelato i suoi segreti, non ai sapienti e agli intelligenti, ma ai piccoli», quelli che Gesù ha continuato a frequentare dalla sua nascita in una stalla di pastori, poi a Nazareth, villaggio sperduto da cui «non viene nulla di buono», e poi per tutta la sua vita: i malati, i lebbrosi, gli indemoniati, le vedove, i bambini, le persone malfamate e rifiutate, come le prostitute e gli esattori delle tasse, e persino gli stranieri miscredenti (Samaritani), i pagani (la Cananea, i Gadareni) e persino i militari romani occupanti...

Il dono dello Spirito Santo non è dato qui a una moltitudine di popoli, come nel giorno di Pentecoste, ma alla moltitudine di poveri che popolano la terra d'Israele. L'universalità della fratellanza non ha limiti geografici né sociali. Può e deve essere vissuta ovunque.
Il Vangelo che abbiamo letto si conclude con la figura del legista che crede di tendere una trappola a Gesù ponendogli la domanda: «Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù lo rimanda alla lettura della Legge, poiché egli è un legista, un buon conoscitore della Legge. Comincia quindi con il primo di tutti i comandamenti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente»; ma aggiunge subito «e il tuo prossimo come te stesso». La trappola del legista si trasforma immediatamente in ammirazione da parte di Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Sarà l'ultima parola di questo breve percorso biblico: il vero amore verso Dio è inseparabile dall'amore verso il prossimo. Insieme, questi due amori ne formano uno solo. È questo amore che oggi vi impegnate a vivere, seguendo Gesù di Nazareth e con l'aiuto dello Spirito Santo".